Come l’UE sta valutando l’introduzione di dazi sulle auto elettriche cinesi per proteggere l’industria automobilistica.
La recente dichiarazione della Commissione Europea segna un importante sviluppo nelle relazioni commerciali tra Europa e Cina, in particolare nel settore auto. L’annuncio che la Commissione possiede prove concrete del sostegno governativo cinese ai propri costruttori di auto, volto a facilitare l’esportazione di veicoli elettrici in Europa, potrebbe presto portare all’introduzione di dazi retroattivi sulle importazioni di tali veicoli.
Le sovvenzioni cinesi sotto la lente d’ingrandimento
L’inchiesta della Commissione Europea ha messo in luce vari tipi di aiuti forniti dal governo cinese ai produttori locali, tra cui trasferimenti diretti di fondi, agevolazioni fiscali e la fornitura di beni o servizi a prezzi inferiori al mercato. Questi sussidi hanno contribuito a un significativo aumento delle esportazioni verso l’Europa, con oltre 177.000 veicoli importati dalla Cina tra ottobre 2023 e gennaio 2024, segnando un aumento dell’11% rispetto all’anno precedente.
La Commissione teme che questa “importazione massiccia” possa minacciare la competitività dei costruttori europei, potenzialmente portando a una riduzione delle vendite e della produzione, con effetti negativi sull’occupazione e sull’industria automobilistica europea nel suo complesso.
Dazi e contromisure: la risposta Europea
Di fronte a questa situazione, l’UE sta valutando l’introduzione di dazi doganali, possibilmente già a partire da luglio. Questa mossa, secondo esperti come Giuseppe Sabella di Oikonova, rappresenta un chiaro segnale che l’Europa non intende rimanere a guardare. L’obiettivo è duplice: favorire il consumo di prodotti locali e affrontare le questioni ambientali e sociali legate alle importazioni.
Il governo cinese ha risposto con forte disappunto, avviando indagini su prodotti europei come il brandy, in una mossa di ritorsione che sottolinea la tensione crescente tra le due potenze. Nonostante ciò, alcuni costruttori cinesi stanno cercando di aggirare potenziali ostacoli aumentando la produzione all’interno dell’UE, come dimostra l’impegno della BYD di iniziare la produzione in Ungheria dal 2026.
La situazione attuale evidenzia l’importanza di equilibrare il libero scambio con la protezione delle industrie nazionali cruciali. L’introduzione di dazi sulle auto elettriche cinesi potrebbe essere un passo necessario per salvaguardare l’industria automobilistica europea, ma solleva anche questioni più ampie sul futuro delle relazioni commerciali internazionali e sulla globalizzazione.